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La prof. di informatica

Inauguro con questo racconto la sezione "Racconti (Creativi?)" del mio blog. Racconti brevi scritti al massimo in un pomeriggio. Non sono uno scrittore di professione, quindi la qualità dei racconti non è eccelsa. Le storie potranno sembrare banali ma ho cercato di farle sembrare il più verosimili possibile e a me piacciono molto proprio per questo. Spero piacciano anche a voi :). Buona lettura!

 

Oggi, dopo averci spiegato per una mezz’oretta i vari tipi di cicli, ci assegna un esercizio. Le sue testuali parole sono state "Scrivete una funzione che accetta un parametro intero i e che restituisce la somma da 1 a i.". Esercizio di una banalità sconcertante per me, che da piccolo sono stato cresciuto a latte e transistor. Dopo 30 secondi consegno il compito, un foglietto con su scritto:

int somma(int i) { return i*(i+1)/2; }

Lei lo guarda un po’ allibita, e mi dice: "mmm, si ok funziona, ma adesso fallo con un ciclo for…". Io mi rifiuto di realizzarlo con un ciclo for. Le dico: "Veramente lei ha chiesto una funzione che accetta un intero i e restituisce la somma da 1 a i. Ed è esattamente quello che questa funzione fa e lo fa meglio di qualsiasi altra funzione contenente un ciclo.".

Ritorno al mio posto, senza dire altro. Lei prende il foglietto e lo mette da parte aspettando che gli altri consegnino tutti il loro lavoro (cosa che non avviene prima di 20 minuti). Non è la prima volta che ci scontriamo su questioni di stile di programmazione. É apprezzabile che un professore insegni a programmare con stile. É meno apprezzabile quando questo professore ti costringe ad usare il suo di stile. 

E poi diciamocelo, io ci godo a fare osservazioni di analisi non banali. Capita spessissimo che durante un’ora di lezione io sia l’unico a cogliere certi aspetti che sfuggono a tutti gli altri. Generalmente in classe preferisco non parlare, non è nel mio stile fare il brillante, anche perchè io programmo da anni e non sarebbe corretto verso i miei compagni di classe. Però, ripeto, il mio maggiore godimento è fare interventi fulminei e devastanti, durante un’interrogazione, una spiegazione o un’esercitazione. Interventi che, con poche parole magari, smontano una serie di affermazioni errate fatte durante la lezione, ma che nessuno è stato in grado di cogliere come tali.

Frequento l’istituto tecnico industriale della mia piccola cittadina. Nonostante tutto ritengo che questa scuola sia abbastanza moderna. Sono al terzo. Quest’anno è iniziata la specializzazione in informatica. Nel corso di informatica c’è in programma lo studio di Database, linguaggio C e Pascal. Posso ritenermi fortunato a frequentare un corso in cui si insegna la programmazione in C. La mia professoressa è in gamba, si vede che sa il fatto suo e soprattutto riesce a tenere testa a tutti i miei interventi senza andare in paranoia. Putroppo non posso dire lo stesso per il mio professore di elettronica che è ormai succube della mia presenza in classe.

Abbiamo due ore a settimana di laboratorio. Il nostro laboratorio (incredibile ma vero) è un’aula informatizzata con un mainserver Unix HP-UX e 12 terminali seriali. Ci dividiamo in gruppi di 2/3 persone a terminale. Dobbiamo utilizzare il compilatore "cc" e l’editor "vi". Non so chi ha realizzato l’aula e quante mazzette ha preso per vendere quel sistema. Anche in questo caso, nonostante tutto, mi ritengo decisamente fortunato.

La mia professoressa è una donna molto bella. Tre quarti della classe le sbava dietro. É comprensibile in una scuola in cui il 90% degli allievi è di sesso maschile. Non ha un gran bel viso, però è alta e ha un fisico asciutto e ben formato. Non indossa vestiti appariscenti, è molto acqua e sapone, però penso che proprio questo gli renda un gran bell’effetto.

Il primo giorno di lezione ci ha presentato l’esercitatore di laboratorio. É entrato in aula di soppiatto, senza neanche bussare. Lei si è girata verso la porta è ha esclamato: "Ah ragazzi, vi presento il vostro esercitatore di laboratorio. Si chiama Mercedes…". Penso che se fosse esplosa una bomba in classe non avrebbe avuto lo stesso effetto. Anche l’esercitatore è una donna. E che donna! Avevamo un esercitatore top model. Metà delle persone presenti in aula aveva la mascella che sfiorava il terreno. Peccato che questa non fosse in gamba come la nostra prof., ma inutile dire che in quel momento ce ne importava ben poco…

Un giorno durante l’esercitazione di laboratorio, con il mio compagno di banco (nonchè di terminale) abbiamo chiesto se potevamo consultare il manuale di Unix. La prof. ha acconsentito senza battere ciglio. Mentre tutti gli altri si arrabattavano a risolvere il compito che la prof. aveva assegnato, io e il mio amico abbiamo provato una serie di comandi mai visti. Uno di questi era il comando "write" che permetteva di far comparire messaggi su un altro terminale. Divertente. Ma ancora più divertente era il comando "wall" che faceva comparire un messaggio su tutti gli altri terminali.

Dopo un paio di messaggini scherzosi che sono comparsi, la prof. si alza è dice: "Ok, ragazzi abbiamo capito che siete bravi e che sapete mandare i messaggini. Ma adesso finiamola qui ok?". Io e il mio amico accettiamo di buon grado l’ordine e la smettiamo. Dopo qualche minuto arriva un’altro dei professori di informatica. Un tipo tracagnotto, con gli occhiali che mi è sempre stato abbastanza antipatico. Vedo che confabula con la mia prof. e l’esercitatrice e dopo qualche minuto si dirige verso la consolle della workstation Unix. Intuisco che vuole togliere i permessi di esecuzione al comando "wall". Se potevo accettare l’ordine democratico della mia prof., non posso assolutamente accettare il fatto che quel tipo mi imponga di non poter utilizzare il comando "wall" quando mi pare e piace. Prima che riesca a raggiungere la consolle, dal mio terminale lancio il comando:

$ cp /usr/bin/wall /home/alunni/3ci001

il professore sta un paio di minuti davanti alla consolle battendo un po’ di tasti… poi si dirige verso la prof. dicendo tutto tronfio e ammiccante: "Tutto apposto, l’ho disabilitato!". Tutta quella pomposità per una cosa così insulsa… vediamo un po’:

$ ls -l /usr/bin/wall
———- 1 root root 10456 Feb 21 18:48 /usr/bin/wall

li vedete quei trattini "—–"? significa che nessuno può più eseguire quel comando. Tutto come previsto. Peccato che ne ho fatto una copia mezzo minuto prima nella mia cartella personale:

$ ls -l wall
-r-xr-xr-x 1 3ci0001 3ci0001 10456 Feb 21 18:48 wall

vedete quelle lettere "r-xr-x"? significa che io posso eseguire quel comando… ed è esattamente quello che faccio:

$ ./wall "Tanti saluti dalla 3C Informatica"

Compare il messaggio. Insieme al messaggio c’è anche un beep. É sempre lo stesso beep degli altri messaggi. Ma questo, nel silenzio dell’aula, ha un effetto tale che sembra un beep da centocinquanta decibel. Il professore si gira verso la consolle, legge il messaggio ed esclama: "Non è possibile!". La prof. si gira verso di me urlando: "Adesso basta questo è troppo!". E mi becco un giorno di sospensione. Per un messaggino.

Il giorno dopo mi convoca il preside della scuola. Mi chiede cosa è successo. Io racconto la vicenda, lui se la ridacchia (cercando di trattenere malamente il sorriso). Scrive due cose sul registro, con una scrittura che sembra quella di uno psichiatra che redige il referto di un suo paziente. Dopo mi manda via dicendo: "Stai attento, non prendere sottogamba questi provvedimenti perchè potrebbero costarti l’anno".

Un giorno, durante la ricreazione, rimaniamo in classe io e lei. Le porto vicino la cattedra il mio ultimo compito in classe. La valutazione è 7½ su un massimo di 8. C’è un segno in rosso che non riesco a capire. Le chiedo perchè è segnato quell’errore. Lei mi spiega:
"Qui riutilizzi questa variabile per fare un’operazione più avanti."
"E quindi?" le chiedo
"Niente funziona lo stesso, però è più corretto se dichiari un’altra variabile e utilizzi quella per fare l’altra operazione."
"Beh, questa è un’affermazione un po’ forzata… io più che di correttezza la definirei una questione di stile."

La discussione dura qualche minuto. E i toni si fanno sempre più aspri. Ognuno rimane nelle sue posizioni senza cedere di un millimetro. Oggi indossa una gonna. É strano non indossa mai abiti di questo tipo. Non è una minigonna, ma è comunque corta. Sotto indossa delle calze che rendono tutta la giustizia di questo mondo alle sue gambe. Non ho mai avuto una ragazza. Mentre la discussione continua ci guardiamo dritti in faccia. Lei nota che ogni tanto il mio sguardo cade fra le sue cosce, ma non si scompone, anzi sembra divertita. Il verde acqua dei suoi occhi è molto più chiaro di come mi era sembrato fino ad oggi. Così vicina e così incazzata è stupenda. Il tono della discussione e la sua vicinanza…

"Lei è sposata?"
"?!? Perchè questa domanda?"
"…"
Mi guarda fra lo stupito e il compiaciuto e poi risponde:
"No, non sono sposata."

Sento una serie di fattori chimici nel mio corpo che faccio fatica a controllare. Quasi senza spostarci ci ritroviamo faccia a faccia. Una serie di pensieri strani attraversano la mia mente. Penso di voler baciare la donna davanti a me. Non so cosa sia, non ho mai avuto questa sensazione che arriva direttamente dallo stomaco. Non controllo più i miei movimenti e quasi senza accorgermene faccio per avvicinarmi. Le sue parole sono come una secchiata d’acqua gelida mentre prendi il sole:

"Guarda che non sono sposata ma convivo con una persona. Cerca di controllarti."
Mi sembra di essere uscito da una specie di trance…

"Tu non hai mai avuto una ragazza vero?"
Annuisco.
"Sei un ragazzo in gamba, si vede. Acuto e perspicace. E sei anche molto carino, solo dovresti curarti un po’ di più secondo me. Se ti impegni, non penso che tu possa avere difficoltà nei rapporti sociali, ma cerca di utilizzare queste tue caratterische a tuo favore perchè non esistono solo computer e algoritmi. Il mondo la fuori ti risucchierà se non curi anche altri aspetti della tua vita. Il coraggio vedo che non ti manca. Adesso però torna a posto e cerca di fare anche qualcosa in cui non ti senti così sicuro."

Rimango circa mezzo minuto a rimuginare in silenzio:
"Capisco. Grazie per la lezione", sorrido timidamente e torno al mio posto.

C’è il mio compagno di banco, che non ho visto ritornare, ma che si è seduto al suo posto e si è goduto tutta la scena. Penso che gli mancassero solo i popcorn. Suona la campanella che decreta la fine della ricreazione. L’unica cosa che riesce a dirmi è: "Che donna!"

Incontro scuola-famiglia. Mia madre sa che non ho preso il massimo punteggio a quel compito. Le ho raccontato anche il motivo per cui la prof. mi ha tolto mezzo punto e lei mi ha detto: "Ma perchè non fai il compito come ti dice la professoressa?". Quella volta non le ho neanche risposto. In ogni caso ci avviciniamo, la prof. raccoglie il registro e i compiti in classe, ma prima che possa proferire parola mia madre interviene dicendo: "Sì lo so professoressa, mio figlio mi ha raccontato del compito in classe, e dopo un po’ di discussioni ha deciso di farlo come dice lei…"
"Di fare cosa mi scusi?"
"Sì il compito, ha detto che non era esattamente come voleva lei, però l’ho convinto a farlo come dice lei professoressa…"
"Guardi, in realtà il compito non è sbagliato, anzi è correttissimo. Ci ho pensato ed effettivamente anche come ha fatto suo figlio funziona. Penso proprio di essermi sbagliata…"

Mia madre prende in mano il compito. Il segno in rosso è cancellato e sul lato del voto c’è un 9 in grande davanti a un 7½ sbarrato.

La prof. mi sorride e mi fa un occhiolino. Credo che la faccia di mia madre in quel momento sia stata la soddisfazione più grande di tutta la vita! 

Posted in Racconti (Creativi?).


7 Responses

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  1. drdea says

    E no, aspetta! Siccome mi è venuto in mente il giorno in cui ho letto il tuo bel enigma, il paradosso è un po’ anche tuo nipote e quindi devi trattarlo bene. Quindi ti puoi leggere la versione antireligiosa (non anticlericale, ovvio: non si sa mai che qui magari legga qualcuno cui PIACE spompinarli; e dico “piace” e intendo “piace davvero”, non tipo i bambini.. Lo stimerei perché sarebbe il solo modo di trarne fuori da loro qualcosa che soggettivamente è vero che possa lecitamente piacere. Che, poverini, loro non lo possono fare mai nella loro autoimposta “legalità”..) che ho postato in una discussione in questo forum
    http://scatterbrain.altervista.org/mb/index.php?showtopic=8653
    (lì c’ho scritto anche quella che penso sia la soluzione e, quindi, l’ultimo mio post non dovresti leggerlo, se non dopo aver approfonditamente pensato alla tua).
    Comunque belli davvero i tuoi racconti! Anche perché so la misura in cui sono veri 😉

  2. megabug says

    ahahaha!! ciao drdea 🙂
    che sorpresa leggerti qui!

    piaciuto il racconto?

    bello il tuo enigma… ci scriverò un articolo 🙂

    tanta carne

  3. drdea says

    ola mega!
    questo raccontino && pensare alla sezione paradossi && pensare alla sezione enigmi mi fa venire in mente una storiella scolastica:
    La solita prof (ni)X, un giorno arriva in classe ed avvisa che in una data imprecisata della settimana seguente si sarebbe svolto un compito a sorpresa.
    Ma mega (che è un tipo molto sveglio, soprattutto svegliatosi dal torpore dei sogni erotici che intanto intento lo avvinghiavano) sfida la prof sostenendo che è impossibile. Perchè:
    1) supponiamo che si arrivi a venerdì ed il compito non è stato ancora svolto -> non potrà più essere svolto perché per essere svolto deve essere a sorpresa, ma ovviamente non sarebbe più a sorpresa perché rimarrebbe solo il sabato disponibile. Ergo, si esclude il sabato.
    2) Escluso quindi il sabato come data del compito, rimarrebbero da lun a ven. ma arrivati al giovedì si ripresenterebbe la stessa situazione del caso uno traslata indietro di 1 giorno -> neanche venerdì.
    E così a ritroso fino a lunedì…
    La storiella finisce che mega dimostra che non si possono fare compiti a sorpresa in un intero anno scolastico tranne il primo giorno (se non annunciato l’anno precedente).
    A questo punto mega, dov’è il bug?
    Salumi!

  4. drdea says

    Orsolia!

  5. minchio says

    carino 😀

  6. cretox says

    Spassoso ;D

  7. Dominus says

    Grande!!! Mi hai fatto tornare indientro di un pò di anni ahahaha 😀