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Sembra un angelo caduto dal cielo…

Ecco il mio secondo racconto. Chi l’ha già letto mi ha chiesto se c’è qualcosa di autobiografico. I personaggi sono chiaramente ispirati a persone reali. Il racconto è inventato. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti e da considerarsi puramente causale :).

Una notte da lupi lei stava piangendo…
quella sera il telefono strillò come un gallooo… uooohooo…

É l’una di notte. Sono appena tornato da una cena con dei vecchi amici che non vedevo da tempo. Sto per spegnere il PC che ho lasciato acceso in camera, ma non prima di aver dato un rapido sguardo alla mailbox. Nella tasca sento il telefono vibrare. Apro lo sportellino e leggo il nome sul display, non senza un lieve stupore. Come avrà fatto a capire che la pensavo?

Rispondo attivando il vivavoce, sono costretto a farlo perchè l’altoparlantino del cellulare da un po’ di giorni ha smesso di funzionare:

“Ciao!”, rispondo.
“Ciao come va? Disturbo?”
“No no, sono contento di sentirti…”
“No, mi sembrava di averti svegliato… senti volevo chiederti… hai da fare adesso? Dove sei?”
“Sono appena tornato a casa tu dove sei?”
“Io sono dalle parti della stazione, passo a prenderti che ci prendiamo una birra? ti và?”
…breve pausa… in quel momento credo di aver avuto un collasso…
“Sì, certo, passi da me?”

“Ecco sì… però aspetta… io sto per passare piazza della Repubblica, mi ripeti come si arriva a casa tua?”
“Uhm… è un po’ complicato… facciamo così, becchiamoci alla fermata della metro su Melchiorre Gioia, sai arrivarci?”
“Melchiorre Gioia… Melchiorre Gioia… uhm… sì dovrei riuscire, dai ci vediamo la’.”
“Ok, allora fra 10 minuti davanti all’entrata della metro, a dopo!”

Riaggancio. La mia coinquilina, che ha ascoltato tutta la conversazione, fa delle battutine con dei simpatici doppi sensi. Io le dico di smetterla e corro in bagno a darmi una sistemata. Ho il volto leggermente cadaverico, la barba sfatta e le ascelle puzzolenti (per non parlare dei capelli). Mi chiedo come posso essere presentabile ed arrivare sul luogo dell’appuntamento in 10 minuti. Mi do una sciacquata rapidissima, mi cambio la maglietta e mi metto un po’ di deodorante.

Esco di corsa (sono già ampiamente passati i 10 minuti). Mi sposto a passo veloce verso la fermata della metro. Vedo la sua automobile ferma nel parcheggio dietro l’ingresso e mi avvicino.

“Mentre ti aspettavo sono andata a prendere una birra al baracchino, vuoi un po’?”
“Grazie.”, rispondo mentre prendo la bottiglietta, “Te come va? come mai da queste parti?”
“Beh, sono andata a trovare un mio vecchio amico, è un po’ anziano, però mi ci trovo bene ed è molto rispettoso. Poi stavo ritornando a casa, ma avevo voglia di vedere qualcuno, resto a Milano solo una settimana e non volevo tornare a casa così presto… il mio amico mi ha anche dato un po’ di coca. Magari dopo, se hai voglia, ce ne facciamo un po’, che dici?”

Non ho mai assunto cocaina in vita mia. Il massimo è stato lo spinello (e li compro ogni morte di Papa). La faccia che devo aver fatto deve essere stata sufficientemente eloquente perchè subito dopo mi dice:

“Non hai mai provato? Neanche keta o funghetti?”
“Ehm… no.”
“Vabbè dai non fa niente. Magari dopo facciamo una canna, ce l’hai?”
“Sì, ho acquistato un po’ di fumo, ti ricordi che me l’avevi chiesto?”

L’ho conosciuta qualche giorno fa. Era venuta a cena a trovare i miei coinquilini. Il venerdì successivo l’ho riincontrata casualmente in un pub con degli amici. Dopo aver preso una birra siamo andati io e lei a una serata dove suonava un gruppo di dj chiamato BTeam (mai sentiti ma molto bravi). Gli altri non sono venuti perchè non avevano voglia. Quella stessa sera mi ha chiesto se avevo uno spinello. Alla mia risposta negativa mi ha poi chiesto se gliene procuravo un po’ che poi mi avrebbe rimborsato. Abbiamo cenato e ballato D’n’B fino alle cinque di mattina. Trip mentale, una sorta di trance spinto dalla musica martellante. Dopodichè lei è andata a casa sua (in macchina a due isolati di distanza) e io sono tornato a casa mia (a piedi dall’altra parte della città di Milano).

Una sera incontrò un ragazzo gentile…
Lui quella sera era un lampo e guardarlo era quasi uno shock…

Lei… ballerà… tra le stelle accese… e…
scoprirà… scoprirà l’amore… disperato!

“Grazie, me l’hai comprato, quanto ti devo?”
“Guarda era l’ultimo che aveva e me l’ha fatto pagare 10… ma te lo regalo.”
“Ok! Dove andiamo? C’è qualche birreria aperta?”

Cerchiamo un luogo riscaldato che possa fornirci dell’alcool. Il lunedì notte purtroppo ci porta molta sfortuna e dopo aver girato per 15 minuti senza beccare nulla, concludiamo che è meglio fermarsi a prendere due birre ad un baracchino. Magari non il primo che capita ma uno dove c’è un po’ di spazio per fermarsi a chiaccherare. Magari proprio il baracchino dal quale siamo partiti un quarto d’ora prima…

Chiaccheriamo. Lei mi racconta un po’ della sua vita da immigrata, è nata a Milano ma adesso vive all’estero. Non ha un lavoro fisso, non penso l’abbia mai voluto, anzi no mi dice che l’ha fatto per un annetto ma poi si è stufata di lavorare otto ore al giorno. Mi riversa addosso tutti i suoi sogni e le sue ambizioni. Mi parla dei suoi ex. Con uno è finita perchè c’erano conflitti di interesse sul lavoro. L’altro invece l’ha lasciata per mettersi insieme con una ragazza che improvvisamente ha iniziato ad essere la sua migliore amica (unilateralmente… forse, non sono riuscito a capirlo). Io ascolto tutte le sue parole, mi piace. Cose così personali non si raccontano a tutti, e se le racconta a me vuol dire che, forse, anche io ho qualcosa di speciale per lei. Io le parlo del mio lavoro: 8 ore al giorno, 5 giorni alla settimana. Mi chiede qualcosa sulle mie storie precedenti e se c’è qualcuno che mi interessa in questo momento. Io le dico che c’è una ragazza, che mi interessa particolarmente, ma le dico anche che non c’è storia e che non vuole stare insieme a me e che comunque da single gli interessi cambiano in continuazione.

A questo punto non resisto più e di scatto le prendo la mano. Lei non oppone resistenza:

“Ma che fai?”
“Ti tengo la mano no?”
“Sì ma che ti sei messo in testa! Io sono appena uscita da una storia te l’ho detto… non ho voglia di avere altri coinvolgimenti subito così…”
“Conosciamoci allora, sono qui apposta. E comunque, se non volevi avere coinvolgimenti, perchè mi hai chiamato?”
“Te l’ho detto avevo voglia di vedere qualcuno, e poi voglio prima conoscerti meglio. Io sono molto sulla difensiva quando qualcuno dimostra interesse nei miei confronti, mi viene sempre da chiedermi ‘Che vuole questo da me?'”

Faccio per abbracciarla, e si lascia abbracciare stendendosi sulle mie gambe. Rimaniamo così qualche minuto, ma lei inizia ad andare sempre più in paranoia. Ad un certo punto si alza di botto e mi dice:

“Beh è un po’ tardi ti riaccompagno a casa?”

In effetti il tempo è volato. Mi faccio riaccompagnare.

“Vieni su da me?”
“Mmmh… non so…”
“Non ti fidi? Lo so che detto così sembra un modo per provarci. Forse è vero. Però voglio solo coccolarti un po’. Quando ti ricapita uno che ti coccola così aggratis?”

Lei ci pensa su un attimo. Parcheggia vicino casa mia, ma lascia il motore acceso. Rimango a fissarla qualche minuto. Spegne il motore, mi guarda sorridendo e sussurra: “Andiamo?”

Mentre ci avviciniamo al portone le chiedo: “Sei una tipa ordinata?”
“Sì perché?”
“Allora preparati ad avere uno shock appena entri in camera mia…”

Camera mia è un delirio. Vestiti ovunque (in particolar modo sul letto). Sacco traboccante con le robe sporche da lavare. Brandina per gli ospiti che sta lì da un mese. E non descrivo quello che c’è sulle scrivanie…

“Ma questo lettino?”
“Ho avuto un ospite settimana scorsa.”

Mentre rifaccio il letto lei tira fuori dalle mutande una boccettina contenente una sinistra polvere bianca e inizia a fare due strisce sulla copertina liscia di un DVD aiutandosi con una carta di credito.

Le dico: “Vuoi fare due tiri eh?”
“Sì… te la senti?”
“Mmmh… non tanto. Però ti si legge in faccia che vuoi fartela, quindi ok, proviamo.”
Appena finisce di sistemarla mi dice: “Prego…”

Prendo un foglietto di carta lo arrotolo e le chiedo: “Devo fare così?” mentre con la mano faccio il gesto di tapparmi una narice e aspirare. “Sì, metà da una narice e metà dall’altra.”

Guardo la striscia di cocaina appoggiata sul DVD. Mi chiedo se è di quella buona o se è un pacco. Lei mi ha già assicurato che è di prima qualità. Mi avvicino lentamente con il tubicino di carta appoggiato alla narice. Prendo tutto il mio coraggio e timidamente aspiro. Cambio narice. Riaspiro. Ha uno strano sapore. Un misto fra colla ed eucalipto.

E fù così che sverginai il mio nasino delicato.

Le passo il tubicino mentre mi sale l’effetto della droga. Lei aspira tutto di botto e si butta sul mio letto. Spengo le luci e mi ci butto anche io. É molto bella. Non so se è l’effetto della droga. Lei mi volta le spalle, non vuole essere baciata. Ma si lascia abbracciare e i nostri corpi sembrano uno solo. Ha la vita stretta, i fianchi larghi e un seno sorprendente (a guardarla normalmente non si direbbe). In questi casi si risveglia tutto l’ormone che ho latente. Credo che abbia un neo vicino l’ombelico, ma non lo saprò mai. La sua pelle è liscia e morbila e io adoro scoprire una donna col tatto. Comunichiamo attraverso piccoli movimenti e randomici tic nervosi.

Ci tengo a precisare, mettendo un attimo da parte queste considerazioni dettate un po’ dalla situazione, un po’ dalla mia nota porcaggine e un po’ dall’adrenalina che scorreva come un fiume in piena, che questa ragazza ha qualcosa di straordinario, qualcosa che non ho potuto evitare di notare quando l’ho conosciuta. Il suo sguardo. E vi posso assicurare che fa male.

Le accarezzo la testa: “Mi fai un massaggio?”. Le massaggio la spalla per pochi minuti. Non capisco se le piace oppure no. “Adesso me lo fai ai piedi?”. Acconsento senza replicare. Tutto questo ha un che di sottomissione. Dopo pochi minuti vuole farsi riabbracciare. Solo qualche coccola. Gliel’ho promesso prima di farla salire a casa mia. So già che alla fine me ne pentirò.

Passano le ore. Non riesco a dormire e lei neanche. Rimaniamo a parlare piano fino a quando, ormai a mattina inoltrata, prima di cadere entrambi vittima del sonno, lei imrovvisamente si alza, esce dal mio letto e si prepara ad andare via. Mi sussurra: “So già che adesso mi odierai come tutti gli altri”. Le chiedo di rimanere ma non vuole. Mi parla di un suo amico. Uno con cui è sempre stata amica ma con cui adesso sta nascendo qualcosa. Non ci credo è la solita scusa che si usa quando si vuole scaricare qualcuno. O semplicemente mi rifiuto di crederci. In quel momento la sto odiando. Solo un po’. Non tanto. Ma in fondo non riesco ad odiarla.

Prima di andare via non si lascia avvicinare. Richiudo la porta dietro di lei mentre scende le scale. Fumo una sigaretta. Provo a dormire ma non ci riesco. Sono ormai le sette del mattino. Mi vesto per andare a mangiare una brioche, al bar sottocasa, e poi andare al lavoro.

Penso che ringrazierei Dio per quello che mi è successo.
Lo ringrazierei per avermi mandato un angelo in piena notte.
A farmi compagnia.

Ma sono ateo. E il mio Dio ha deciso che forse non meritavo niente di più.

Prima di uscire la mia coinquilina, che si è appena svegliata, esce dalla sua stanza e mi dice con un ostentato accento siciliano:
“Che hai combinato stanotte eh?!?! SVEGGOGNATO!!”
“Non è successo niente, smettila!!!”
“Devi darti una rregolata, aah?!”
“Finiscila!!!”
Esco di casa ridacchiando.

Dopo quella volta lei lo perse di vista…
Disperata lo aspetta ogni sera al ‘Sassofono Blu’…

Testi: Nada – Amore disperato

Gli altri racconti sono disponibili qui.

Posted in Racconti (Creativi?).


4 Responses

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  1. retroguard1a says

    daje de nada e nei sulla panza….
    la sola parola coccole mette ansia, paranoia, tristezza e tanta malinconia.
    non me ricordo da quando non me le fanno diamine.

  2. corinna says

    carino il racconto, un po’ triste forse… sveggognato ti devi dare una rregolata!

  3. cretox says

    di quelle situazioni che ti lasciano un po’ triste, quando il caso si degna di fartene capitare una.
    e la canzone sì mi piace..

  4. ajorn says

    ma che e’ tutti a scrivere racconti in quest’itagliablogghettaRRa, cmq grande scelta x quanto riguarda la colonna sonora
    ciao!